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DEA E IL SUO FISIOTERAPISTA

Marzo 22, 2019
DEA E IL SUO FISIOTERAPISTA

“Mentre cerchiamo di insegnare ai nostri figli tutto sulla vita, i nostri figli ci insegnano che la vita è tutto”
(Angela Schwindt)

Oggi cade il trigesimo della scomparsa della piccola Dea, una paziente speciale della Fondazione. La ricordiamo con le parole del fisioterapista che le è stato sempre vicino, Franco La Torre.

“Nel gennaio 2018 mi viene affidata come caso domiciliare la piccola Dea Pilolli, bambina di tre anni affetta dalla rara sindrome di Beare Sterenson, unico caso in Italia e circa venti al mondo. Nella mia carriera trentennale di fisioterapista ho trattato prevalentemente adolescenti ed adulti e non nego che ero preoccupato di fronte a questo caso così complesso, vista l’età di Dea ed il quadro clinico. Come caso clinico Dea era davvero speciale: collegata a ventilazione assistita h24 attraverso tracheotomia, monitorata h24 anche nella rilevazione dei parametri cardiaci e respiratori. Inoltre era alimentata attraverso Peg. Ciò determinava la presenza costante di tubi e fili che di certo avrebbero reso ancora piu’ complesso il lavoro strettamente chinesiterapico. Ma quando mi sono trovato di fronte a quegli occhioni sgranati che curiosi mi guardavano, ho capito che a guidarmi sarebbe stato il mio istinto. A quel punto le mie paure si sono dissolte. E’ stato semplice destreggiarmi tra quei tubi e quei fili e Dea non era piu’ una paziente da “temere”, ma una bambina da coccolare. Anche se Dea non riusciva a verbalizzare le sue situazioni di disagio e di dolore, c’erano i beep beep delle macchine (tachicardia e saturazione di O2 basso) che me lo facevano capire. In poco tempo siamo entrati in piena sintonia empatica e Dea aveva accettato la mia figura oltre ogni rosea aspettativa. L’aspetto strettamente teeapeutico dopo un po’ di tempo non ha seguito piu’ i canoni standardizzati di un asettico piano di lavoro, ma le logiche di un gioco (con un cu-cubà gestuale mi salutava all’arrivo e con un altro mi faceva intendere quando non voleva piu’ lavorare). Ho lavorato in questo modo con Dea per circa un anno servendomi della collaborazione della mia piccola assistente Michela e di Arianna, sorelle e di Ela, la mamma. Abbiamo conseguito obiettivi che inizialmente mai avrei immaginato di raggiungere, piccole autonomie come scivolare giu’ dal divano da sola, oppure manipolare degli oggetti per giocarci, piuttosto che stare seduta con minimo sostegno, hanno rappresentato conquiste importanti per la vita relazionale di Dea. Continue complicazioni cardio-respiratorie non erano riuscite a fiaccare la sua tempra, riuscivamo sempre a riprendere da dove avevamo lasciato. Purtroppo uno di questi episodi è stato deleterio anche per la sua forte fibra. Dea ci ha lasciati il 22 febbraio di quest’anno.
Cosa ha lasciato quest’esperienza? I pazienti ci fanno depositari di fiducia e di tanta speranza. Noi con il nostro lavoro cerchiamo di migliorare e rendere meno onerose quelle condizioni patologiche che fiaccano il fisico e lo spirito del paziente e dei loro familiari. Allora ti rendi conto di quanti sacrifici richiede la gestione di siffatta situazione. L’emergenza diventa quotidianità, tante persone ruotano intorno ad una bimba perchè questa possa avere sollievo dalla sofferenza e anche dei momenti di gioia. Capisci che la piccola conquista rappresenta il raggiungimento di un grande obiettivo e sposti la cordicella del traguardo un po’ piu’ avanti. Ecco in questo possiamo sintetizzare la grande lezione di vita che Dea, le sorelline, la famiglia tutta sono riusciti a darmi: il piccolo che diventa grande e l’insignificante
che diventa importante. Il tutto vissuto giorno per giorno.”

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BUONA FORTUNA, ROBERTO!

Gennaio 31, 2019
BUONA FORTUNA, ROBERTO!

“Non è la specie più forte che sopravvive e nemmeno la più intelligente ma quella in grado di adattarsi meglio al cambiamento”.

Per Roberto Masucci questa frase ha un significato profondo.

Dal 2012, a causa di un incidente durante un’immersione all’Isola d’Elba, è costretto su una carrozzina; un’embolia midollare lo ha portato ad un passo dalla morte e da quando si è risvegliato presso l’Ospedale di Grosseto, dopo 13 giorni di coma, osserva il mondo “da un punto di vista differente”.

“Da quel giorno sono paraplegico, è vero ma sarebbe potuta andare anche peggio” e lo dice con quel sorriso sulle labbra tipico di chi conosce se stesso ed ha imparato ad amarsi davvero, superando i propri limiti e le proprie fragilità anche grazie all’autoironia.

“Ho trascorso i primi due anni dopo l’incidente in cura presso diverse strutture all’avanguardia nel campo della riabilitazione neurologica. Lì ho avuto modo di conoscere per la prima volta tutti i progressi che la tecnologia ha fatto in questo delicato ambito sanitario e la mia condizione fisica ne ha tratto subito beneficio. Purtroppo, però, la lunga assenza da casa si è ripercossa negativamente sulla mia situazione familiare”

Medico chirurgo del cavallo sportivo, appassionato di archeologia subacquea ed autore di numerosi servizi fotografici e documentari su relitti di importanza storica, Roberto è padre di due splendidi figli di otto e dodici anni e ci parla dei problemi personali che ha dovuto affrontare in questi anni e della separazione dalla moglie che non gli ha certo facilitato le cose.

 “Per me il giorno dell’incidente è stato una sorta di filtro, soprattutto per quanto riguarda i rapporti umani. C’è chi è riuscito a passare attraverso e chi invece è rimasto dall’altra parte. Ho dovuto reinventarmi la vita, fare a meno di affetti ed amicizie su cui contavo ad occhi chiusi, lottare contro lo sconforto e la disperazione. È stato un processo lungo e faticoso. Ho fissato solo due certezze: i miei figli ed il mio lavoro e su queste basi sono ripartito.”.

A queste difficoltà si sono aggiunte quelle relative al reinserimento nel contesto sociale ed urbano.

“Vivo a Napoli, città non propriamente all’avanguardia in termini di accessibilità ed eliminazione di barriere architettoniche. Per quanto riguardo il contesto sociale, ho dovuto constatare che spesso le persone si sentono in imbarazzo per la mia nuova condizione. All’inizio questa cosa mi dava fastidio ma poi ho imparato a sdrammatizzare. A proposito, io continuo a curare i miei cavalli anche seduto sulla mia carrozzina e devo dire che, ad essi, questa novità non genera alcun imbarazzo…” ed anche in questo caso si lascia scappare un sorriso.

Racconta di come abbia imparato a dare il giusto valore alle cose ed alle persone, di quanto sia stato necessario per lui rompere completamente con la sua vecchia vita, o meglio, con la visione della vita che aveva prima dell’incidente.

“Se dovessi dare un consiglio alle persone che si trovano, di colpo, a vivere una situazione simile alla mia, suggerirei proprio questo. Non rapportatevi mai alla vita precedente e sforzatevi di considerare la vostra condizione come una nuova irripetibile opportunità. Io ho impiegato molto tempo ma alla fine ci sono riuscito. Adesso ho una nuova compagna con la quale mi trovo benissimo, vedo regolarmente i miei figli che adoro e che mi adorano, ho tanti amici, qualcuno di vecchia data ma anche tanti che si sono rivelati tali da poco tempo ed ho ritrovato la giusta serenità per concentrarmi di nuovo sulla mia condizione fisica che, per un periodo, avevo gioco forza trascurato”.

Così conosce la nostra Fondazione ed il Presidio de “Gli Angeli di Padre Pio”.

“Sono un medico, credo fermamente nell’importanza della ricerca e dell’utilizzo della tecnologia nella riabilitazione e sapevo che, grazie all’esoscheletro Rewalk, avrei potuto recuperare la posizione eretta almeno per qualche ora al giorno. Così, nel mese di maggio dello scorso anno, sono venuto per la prima volta a “Gli Angeli”, sono stato visitato dalla Dr.ssa Filoni ed ho avuto l’autorizzazione a provarlo. Quando mi hanno comunicato che i risultati erano positivi, ho chiesto informazioni sul prezzo del modello “home”, cioè quello da utilizzare a casa. A quel punto mi sono demoralizzato perché ho capito che non ce l’avrei mai fatta a sostenere da solo quei costi ma, come per incanto, è accaduto qualcosa d’imprevedibile che mi ha ripagato in un solo istante di tutto i sacrifici e le difficoltà che avevo dovuto affrontare nel costruirmi una nuova vita. Proprio grazie a questi nuovi contatti, una grossa azienda, attraverso la sua Fondazione, ha deciso di coprire interamente i costi per l’acquisto e così, dal 19 dicembre, sto effettuando il training in questa splendida struttura, davvero un’eccellenza a livello europeo. Tra qualche settimana sarò pronto per tornare a casa con la piena padronanza dell’apparecchio e forse potrò, nel volgere di qualche mese, curare di nuovo i miei cavalli guardandoli un’altra volta negli occhi. Per questo non smetterò mai di ringraziare il Dott. Michele Russo, il Dott. Giovanni Leone e tutta l’equipe della Dr.ssa Filoni che sta seguendo quotidianamente e con grande competenza i miei “nuovi passi”.

“E’ un vero guerriero” dicono di lui i nostri professionisti. “Il training procede benissimo e la sua motivazione è straordinaria. Il nostro compito sta per esaurirsi, non prima, però, di aver formato anche il suo caregiver.”

Prima di salutarci, Roberto ci tiene a lasciare questo messaggio: “Non disperate, non vi arrendete perché la vita a volte riserva delle sorprese così straordinarie che non si possono nemmeno immaginare e la ricerca medico-scientifica, insieme all’uso della tecnologia, fa passi da gigante.”

Ciao, Roberto! Buona fortuna! Sei un grande e ti vogliamo bene.  

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IL MAESTRO CARMELO TORNA A DIPINGERE

Gennaio 7, 2019
IL MAESTRO CARMELO TORNA A DIPINGERE

A Rodi Garganico, il maestro Carmelo Di Lella lo conoscono tutti.

Sessantadue anni, uomo dalle grandi e riconosciute qualità morali, ha dipinto diverse centinaia di quadri partecipando a più di cinquecento tra mostre, collettive, concorsi e premi in ambito regionale e nazionale.

I suoi splendidi “murales” che colorano le case ed i vicoli dello splendido borgo ed i suoi innumerevoli lavori teatrali, con una Compagnia da egli stesso fondata e per la quale realizza in prima persona scenografie, costumi, adattamento dei testi e regia, lo hanno da tempo consacrato come uno dei più illustri artisti regionali.  Una carriera iniziata da giovanissimo e che si è sviluppata nel corso degli anni senza soluzione di continuità.

Poi, esattamente un anno fa, nel mese di Gennaio 2018, un drammatico evento sconvolge la sua vita. Inizia a perdere la memoria, non è più presente a sé stesso ed ha sempre più difficoltà a deambulare. La diagnosi neurologica è impietosa: doppia ischemia multifocale con stenosi multipla con conseguente emiparesi del lato destro ed un grave deficit dell’attenzione e dell’equilibrio.

“Per un momento, ma solo per un momento, ho avuto paura di non poter più dipingere” confessa il maestro.

Nei tre mesi successivi è ricoverato presso le strutture sanitarie della zona e, grazie all’aiuto di professionisti qualificati, inizia a mostrare i primi segnali di miglioramento. Poi finalmente, torna a casa, da sua moglie Vittoria e si rivolge al nostro Presidio di Rodi per usufruire dell’assistenza domiciliare.

“Abbiamo iniziato questo percorso dal mese di Maggio, con sedute di quarantacinque minuti per cinque giorni alla settimana.” dichiara il Dott. Giambattista Capolongo, fisioterapista. “All’inizio, il tremore alla mano destra era molto forte, così come erano gravi i deficit di equilibrio e di attenzione. (foto 1) Eppure c’era qualcosa in lui, nel suo sguardo e nel suo atteggiamento, che mi faceva essere ottimista e presagire un recupero in tempi brevi. Agli esercizi di coordinamento, di propriocezione e di rinforzo muscolare, alternavo momenti di dialogo e di ascolto, basandomi sull’empatia e puntando tutto sulla sua motivazione. Stavo per sposarmi e lo pungolavo continuamente dicendo che per il mio matrimonio avrei voluto ricevere, come regalo di nozze. un suo nuovo quadro.”

Così, con la grinta e la determinazione che lo hanno sempre contraddistinto, Carmelo lotta con tutte le sue forze, quotidianamente, aggrappandosi al suo amore di sempre, la pittura, per riprendere da dove aveva lasciato.

“Dopo un mese, ho iniziato di nuovo a dipingere.” dichiara il maestro. “Il tremore era diminuito tantissimo e avevo recuperato tanto anche in termini di equilibrio e di attenzione. Giambattista mi ha convinto ad uscire nuovamente di casa, mi ha accompagnato, motivato, il suo lavoro è stato fondamentale. (foto 2). Mi è stato di grande aiuto ed io, in qualche modo, ho dovuto ricambiare dipingendo un quadro nuovo per il suo matrimonio”.

E così è stato! In quel giorno indimenticabile, il nostro fisioterapista ha ricevuto quanto richiesto. (foto 3).

Da allora, Il maestro Di Lella ha ripreso la sua produzione di quadri a pieno regime dipingendo oltre quaranta tele. (foto 4, 5)

“Voglio raccontare la mia storia perchè agli altri può servire. Combattete, impegnatevi, datevi da fare, lottate per le vostre passioni, cercate la vostra strada e se non la trovate, inventatevela. La motivazione personale è fondamentale e se proprio non ci riuscite da soli, fatevi aiutare da professionisti seri e preparati, come quelli dei Centri Padre Pio”.

Tutta la Fondazione la ringrazia di cuore, maestro per le belle parole e per le opere che ha voluto regalarci in passato e che custodiamo con cura nel nostro Presidio di Rodi. (foto 6, 7).


FOTO 1 i primi disegni del maestro dopo l'ischemia

 

 

 

 

 

 

FOTO 1 (i primi disegni del maestro dopo l’ischemia)

FOTO 2 Carmelo Di Lella ed il nostro fisiterapista Giambattista

 

 

 

 

 

 

 

 

FOTO 2 (Carmelo Di Lella ed il nostro fisioterapista Giambattista)

FOTO 3 IL QUADRO REGALATO A GIIAMBATTISTA

 

 

 

 

 

 

 

 

FOTO 3 (Il quadro regalato a Giambattista)

 


FOTO 4 tela dipinta da Carmelo in questi ultimi tre mesi

 

FOTO 5 tela dipinta da Carmelo in questi ultimi tre mesi

 

 

 

 

 

 

 

 

FOTO 4 e 5 (Alcune delle tele dipinte da Carmelo in questi ultimi tre mesi)

 

FOTO 6 (opera realizzata in passato dal maestro custodita presso il nostro Presidio di Rodi)

 

 

 

 

 

 

 

FOTO 7 (opera realizzata in passato dal maestro custodita presso il nostro Presidio di Rodi)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FOTO 6 e 7 (Le opere realizzate in passato dal maestro custodite presso il nostro Presidio di Rodi)

 

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Storia di Ornella e sua mamma Maria

Dicembre 3, 2018
Storia di Ornella e sua mamma Maria

Giornata internazionale delle persone con disabilità

3 dicembre: la ricorrenza proclamata nel 1981 dall’Onu per promuovere i diritti, il benessere e l’inclusione dei disabili nel mondo.

Dopo decenni di lavoro delle Nazioni Unite, la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, adottata nel 2006, ha ulteriormente promosso i diritti e il benessere delle persone con disabilità, ribadendo il principio di uguaglianza e la necessità di garantire loro la piena ed effettiva partecipazione alla sfera politica, sociale, economica e culturale della società.
La Fondazione la celebra raccontando la storia vera di una principessa … e il suo caregiver !

Ornella ha 22 anni e da quando aveva sei mesi è alle prese con una malattia rara, una di quelle così difficili da comprendere che ancora oggi, dopo tutti questi anni, non è possibile diagnosticare con precisione.
L’unica cosa davvero certa è che ha bisogno di assistenza continua, costretta da sempre su un letto d’ospedale o su una sedia a rotelle, quasi immobile, senza poter parlare…
Accanto a lei … Sempre sua madre … Maria, che l’accompagna in ogni istante della sua vita e se ne prende cura con una forza ed un coraggio straordinari.
“Solo la ricerca potrà in futuro darci una risposta, non sapere di cosa è malata mia figlia è forse il mio cruccio più grande”.
La sua testimonianza è un tuffo al cuore, tra commozione e ammirazione.
“Vengo qui a “Gli Angeli” due volte l’anno, ininterrottamente dal 1999 per consentire ad Ornella di ricevere le terapie riabilitative necessarie. Il Centro è molto cambiato nel corso degli anni. Ora la dotazione tecnologica è impressionante ma alcune cose sono rimaste immutate: il calore umano, il sostegno e la comprensione che continuo a trovare in questa struttura . Io e Ornella, qui ci sentiamo a casa, coccolate, ascoltate, apprezzate e considerate come meglio non si potrebbe”.
Maria ci racconta la sua esperienza di caregiver familiare e di quanto sia stato difficile coniugare i propri bisogni individuali con quelli di sua figlia. “All’inizio ho fatto tanta fatica ad accettare questa situazione. La vita della mia bambina, soprattutto durante i primi mesi, è stata spesso in pericolo. Io ero disperata e quasi irriconoscibile anche agli occhi della mia famiglia. Non esisteva nient’altro che rabbia e sconforto. Poi un giorno, l’altro mio figlio, Salvatore, che all’epoca aveva poco più di 8 anni, mi si avvicinò in lacrime e mi urlò in faccia che ero diventata brutta e che non voleva più avermi come madre. In quel momento è scattato qualcosa dentro di me e ho capito che non potevo lasciarmi andare, che dovevo assolutamente reagire, per il mio bene e per quello delle persone che amavo. Così, mi sono rimboccata le maniche ed ho iniziato davvero a comprendere che la sofferenza insegna moltissimo e che questa lezione che avevo imparato dovevo in qualche modo trasmetterla agli altri”.
“L’amore vuole amore” recita il testo di una bella canzone di Michele Zarrillo ed il racconto di questa madre fa riflettere.
“Ho iniziato a studiare per assistere in autonomia mia figlia. Ho frequentato corsi di rianimazione, di primo soccorso, di operatore socio assistenziale. Ho fatto di tutto per farle vivere la sua vita nella maniera più “normale” possibile e vengo ricambiata ogni giorno dal suo sguardo pieno d’amore. Sono stata la sua assistente scolastica lungo tutto il percorso dalla scuola materna alla scuola media e mi sono resa conto che più riuscivo ad essere utile a mia figlia, più mi sentivo meglio. Grazie a lei sono riuscita a tirare fuori quelle risorse che nemmeno io pensavo di avere e che mi hanno permesso di affrontare le difficoltà con una forza e una perseveranza sorprendenti. Nel nostro piccolo paese di residenza, Torino di Sangro in Provincia di Chieti, tutti la conoscono e le vogliono un gran bene. Insieme frequentiamo la sede dell’ANFASS, un centro diurno educativo dove io sono anche operatrice. Svolgiamo tante piccole attività, insieme ad altri ragazzi e bambini, in un contesto bellissimo.
L’affetto della mia famiglia e la fede nel Signore mi hanno aiutata molto nel corso di questo cammino, ma senza le amorevoli cure dei professionisti de “Gli Angeli” sarebbe stato tutto molto più difficile. Ora sono serena e credo di trasmettere questa serenità anche al mondo che mi circonda perché, nonostante tutte le difficoltà che affronto ogni giorno, considero ancora la vita un dono meraviglioso e, la mia principessa sul trono, un miracolo d’amore”.

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ALBANO A “GLI ANGELI DI PADRE PIO”

Novembre 25, 2018
ALBANO A “GLI ANGELI DI PADRE PIO”

L’amatissimo cantautore italiano in visita al Presidio di Riabilitazione d’eccellenza

 

Questo pomeriggio, alle 16:30, con grande sorpresa di tutti gli ospiti del Presidio e degli Operatori in servizio, il cantautore Albano Carrisi, molto noto anche per la sua grande umanità e disponibilità, ha voluto visitare il Centro di Riabilitazione d’eccellenza dei Frati Minori Cappuccini della Provincia Religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio. Ad accoglierlo, il Presidente della Fondazione, fr Francesco Colacelli OFM Cappuccini, il Direttore Sanitario del Presidio, Serena Filoni e Giacomo Forte della Direzione Generale dell’Ente, detta Esecutiva.

Albano ha voluto conoscere la rinomata realtà sanitaria e, soprattutto, salutare i tanti ospiti della struttura: con particolare calore i bambini e i genitori ricoverati nel reparto “età evolutiva”. Ha speso parole di conforto, molto emozionanti per tutti e incoraggiato il personale a “non mollare mai”.

Anche Albano, cantata con Romina Power, ha dedicato una canzone agli Angeli in cui scrive: “ … gli angeli sono quelli che non sono andati via, volano le stagioni, cambiano le canzoni, mentre noi siamo qua, stretti nell’immensità, come due angeli … di città”.

E tutto il personale de “Gli Angeli” è sempre “qua”, non vanno mai via, pronti in ogni momento ad accogliere, a cercare se possibile, di alleviare la sofferenza dei più deboli, dei più sfortunati.

La dottoressa Filoni, salentina anch’ella come Albano, alla fine della visita gli ha chiesto di informare di tutto quello che ha visto anche il chitarrista del Gruppo musicale dei Negramaro Emanuele “Lele” Spedicato, colpito il 17 settembre scorso da emorragia cerebrale. La struttura da 8 anni ha in dotazione quanto di più innovativo c’è in Puglia e in Italia dal punto di vista riabilitativo tecnologico, oltre a personale costantemente formato e di notevole levatura scientifica: Lele potrebbe avere una grossa mano da “Gli Angeli” per superare il suo “incidente” e tornare a dilettarci con la sua fantastica musica.

Ha risposto che lo farà.

Albano, al termine della visita, infine, ha fatto una considerazione: “non capisco perché in TV vengono mostrate solo e sempre immagini negative, di una sanità mediocre quando invece esistono simili realtà e nella mia Puglia. Quella di stasera è stata senz’altro una visita piacevole, interessante, costruttiva e soprattutto indimenticabile”.

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FAUSTO LEALI A “GLI ANGELI”

Settembre 7, 2018
FAUSTO LEALI A “GLI ANGELI”

Una voglia di vivere immensa, nonostante una malattia che l’ha colpita “proprio sul più bello”. Per Anna, paziente di 55 anni degli “Gli Angeli di Padre Pio”, Presidio di riabilitazione d’eccellenza dei Frati Minori Cappuccini della provincia Religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio, c’è però un faro di speranza sempre acceso.
Lei, come tutte le ragazze del mondo, è stata innamorata e un ricordo intenso la lega alle note della canzone “Io amo” di Fausto Leali. Già, proprio lui, il cantante foggiano d’adozione che vive a pochi chilometri da San Giovanni Rotondo durante le sue tournée.
Anna segue Fausto attraverso i social e gli ha raccontato la sua storia, la sua vita, i sogni di ragazza, quelli di donna, e cosa esattamente significassero per lei quelle dolcissime note della canzone “Io Amo”. Quella “voce potente, negroide, irresistibile” che l’ha fatta innamorare di un compagno e della vita anche oggi, nonostante tutto. Quei versi che restano lì sospesi e fissano le emozioni per sempre: “Ma dove va a dormire il cielo se gli rubiamo tutto il blu, se le mie braccia han preso il volo… Tu, solamente tu, non aver paura, non sarai più sola”.

Anche “Notti piene di stelle”, l’autobiografia del cantante, l’ha emozionata tantissimo. Ma a colpirla particolarmente è stata la sensibilità dell’artista che, nel 2017 a La Spezia, ha partecipato assieme ad altri grandi artisti allo “Special Festival”, il primo evento musicale “inclusivo” al mondo che ha voluto mettere in risalto come la musica sia un importante strumento a disposizione dei disabili per esprimere le loro emozioni e mettere in mostra i loro talenti.
Fausto ha invitato Anna a uno dei suoi concerti, ma Anna non può. Ha difficoltà a deambulare, si stanca facilmente e deve essere assistita. Lei gli ha risposto ironicamente che adesso è in “tournée a Gli Angeli di Padre Pio” ed è impossibilitata.
Ma Fausto Leali ha un gran cuore, non aspetterà che Anna corra da lui quando e se potrà, ma la raggiungerà a “Gli Angeli” dove sta tenendo il suo “concerto” della vita, dove un’orchestra fatta di professionisti sanitari di notevole levatura scientifica, ogni giorno, “suona” per lei.
Il “negro bianco” sarà a San Giovanni Rotondo nel pomeriggio dell’11 settembre per incontrare Anna, ma anche tutti gli Assistiti e gli Operatori del Presidio “Gli Angeli di Padre Pio”, si fermerà con lei, forse intonerà qualche nota della sua canzone preferita in un duetto dal sapore “riabilitativo” oltre che “inclusivo”.
A ricevere Fausto, per emozionarsi insieme, ci sarà il Presidente della Fondazione fra Francesco Colacelli, la Direzione Esecutiva, tutti gli Assistiti, adulti e piccini accompagnati dai genitori, e gli Operatori della struttura. Sarà una festa e coinvolgerà tutti.

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ASL FG, COMUNE DI SAN PAOLO CIVITATE, CENTRI PADRE PIO E COMITATO DEI GENITORI: INSIEME, PER UN PERCORSO CONDIVISO

Luglio 30, 2018
ASL FG, COMUNE DI SAN PAOLO CIVITATE, CENTRI PADRE PIO E COMITATO DEI GENITORI: INSIEME, PER UN PERCORSO CONDIVISO

Il giorno 27 luglio 2018, alle ore 10:00 a San Paolo di Civitate, presso l’Ufficio del Sindaco si sono incontrati: il Sindaco, Francesco Marino con l’Assessore ai Servizi Sociali, Fernanda Vocino, il Direttore Generale della ASL FG, Vito Piazzolla, la Fondazione Centri Riabilitazione Padre Pio nelle persone di Giacomo F. Forte, Nicola D’Andrea, Valentina Simone e Marco Crisetti e il Comitato Genitori di San Paolo di Civitate rappresentato da Ida Cozzolino, Erica De Maso e Matteo Spalluto.

L’incontro si è tenuto con l’intento di trovare una soluzione al previsto trasferimento del Presidio ambulatoriale di riabilitazione dei Centri Padre Pio dal Comune di San Paolo di Civitate al Comune di San Severo dove entrerà a far parte di un Polo d’eccellenza della Fondazione che comprenderà anche un Centro Ambulatoriale per il trattamento intensivo ed estensivo dei bambini affetti da disturbi dello spettro autistico (ASD).

Il Sindaco Marino e l’Assessore Vocino preliminarmente hanno cercato una soluzione per scongiurare il trasferimento del Presidio di riabilitazione anche mettendo a disposizione della Fondazione una revisione del contratto di locazione della struttura di proprietà comunale. La Fondazione però ha chiarito ai presenti che il trasferimento rientra in una riorganizzazione dell’Ente molto più complessa e generale che considera i reali fabbisogni dell’utenza del territorio provinciale e una localizzazione che spesso finisce per premiare le città con un numero più alto di abitanti (vedi, ad esempio, le scelte ultime della Regione Puglia in merito alle autorizzazioni alle realizzazioni dei centri per l’assistenza e riabilitazione dell’autismo). Ad ogni modo, la Fondazione si è detta pronta a potenziare il proprio Servizio domiciliare nel Comune di San Paolo di Civitate e, se possibile e d’accordo gli Organi Istituzionali competenti, anche il Servizio extramurale presso gli Istituti scolastici (di supporto all’integrazione scolastica) o altre strutture partecipative e di integrazione sociale. Tale servizio sarà, a parere della Fondazione, sicuramente un valido sostituto di quello ambulatoriale senza aggravio di costi per gli Enti pubblici, ma addirittura con un’implementazione dei servizi efficaci come la prevenzione e gli screening d’interesse riabilitativo.

Tutti i presenti si sono mostrati molto interessati alla proposta e il Comitato dei genitori ha chiesto dettagli e informazioni sulla possibilità di ridurre anche le liste d’attesa e avere un servizio anche più efficiente del precedente. La Fondazione ha rassicurato i presenti e invitato formalmente il Comitato dei genitori a far parte del proprio Comitato Consultivo Misto per seguire tutto il percorso riorganizzativo della Fondazione e non solo quello del proprio territorio compreso la condivisione della realizzazione della prossima carta dei servizi aziendale.

Il Direttore Generale, ha voluto conoscere tutti i dati delle prestazioni erogate dal Centro di San Paolo, le tipologie patologiche trattate, il numero di fruitori provenienti dai Comuni limitrofi e si è detto disponibile ad analizzare la possibilità di implementare e rimodulare le prestazioni di quel territorio per evitare una riduzione dei servizi fermo restando i vincoli di spesa dettati dalla Regione Puglia.

Inoltre, ha proposto una linea progettuale condivisa da stilare a settembre, subito dopo la pausa estiva per programmare nei dettagli gli impegni di ogni interlocutore e poter offrire una soluzione concreta alla richiesta del territorio “più periferico” mai trascurato e quest’incontro ne è stata la dimostrazione. Posizione, questa, condivisa da tutti i presenti al tavolo.

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Il terribile incidente, la paralisi degli arti inferiori e poi la voglia di non mollare

Giugno 15, 2018
Il terribile incidente, la paralisi degli arti inferiori e poi la voglia di non mollare
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AVVISO: NORMATIVA PRIVACY (REG. UE N. 2016/679)

Maggio 24, 2018
AVVISO: NORMATIVA PRIVACY (REG. UE N. 2016/679)

Desideriamo informare tutti gli interessati che, ai sensi dell’art. 17 del “Regolamento Europeo n. 2016/679 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al Trattamento dei Dati Personali, nonché alla libera circolazione di tali dati”, è possibile esercitare il cosiddetto diritto all’oblio, ovvero, il diritto di chiedere e ottenere la cancellazione dei dati personali da forniti, ivi incluso il ritratto contenuto nelle fotografie/video utilizzati sul sito internet istituzionale, social network e, più in generale, su qualsiasi altro mezzo di diffusione e comunicazione della Fondazione.

La richiesta deve avvenire mediante comunicazione scritta da inviare al Responsabile Protezione dei Dati (DPO), a mezzo di raccomandata senza avviso di ricevimento, all’indirizzo:

 

Fondazione Centri di Riabilitazione Padre Pio – ONLUS,

Viale Cappuccini, 77

 71013 San Giovanni Rotondo (FG).

 

In alternativa, all’ indirizzo PEC fondazionecentripadrepio@legalmail.it, specificando nell’oggetto la dicitura “Richiesta di esercizio del diritto all’oblio ai sensi dell’art. 17 del Regolamento Europeo n. 2016/679”.

 

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IN ATTESA DEL SANTO PADRE, MINISTRI E ALTRE PERSONALITA’ ARGENTINE A SAN GIOVANNI ROTONDO La delegazione in visita anche a “Gli Angeli di Padre Pio”

Marzo 16, 2018
IN ATTESA DEL SANTO PADRE, MINISTRI E ALTRE PERSONALITA’ ARGENTINE A SAN GIOVANNI ROTONDO La delegazione in visita anche a “Gli Angeli di Padre Pio”

Una delegazione, composta da: Gustavo Santos (Ministro del Turismo dell’Argentina); Juan Schiaretti (Governatore del Cordoba); Julio Banuelos (Ministro del Turismo della Provincia di Cordoba); Hugo Ricardo Araya (Vescovo di Cruz del Eje Cordoba); Luis Gustavo Pedernera (Sindaco di Villa Cura Brochero); Eduardo Ariel Moyano (Segretario del Turismo di Villa Cura Brochero); Lorena Elizabeth Oviedo (Responsabile Obra Pubblici Lomas di Zamora Buenos Aires); Rocco Guerra, Giuseppe Ventura, Rosetta Albanese e Diego Mastronardi (Responsabili Delegazione Italo-argentina), ha inserito nel suo programma di incontri con istituzioni ed enti del territorio, organizzato dal Comune di San Giovanni Rotondo, anche una visita presso il Presidio riabilitativo d’eccellenza “Gli Angeli di Padre Pio” della Fondazione centri di Riabilitazione Padre Pio Onlus della Provincia Religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio dei Frati Minori Cappuccini.

Dalle 9:30 alle 11:00 la delegazione, ricevuta dalla Dottoressa Serena Filoni e dal Dott. Giacomo Francesco Forte della Direzione Esecutiva della Fondazione, ha voluto conoscere l’organizzazione e l’imponente dotazione tecnologica del Presidio e incontrato Assistiti e Operatori presenti in turno. Ha voluto essere informata su ogni aspetto, compreso le modalità di convenzionamento per i cittadini italiani che si rivolgono alla struttura e per i cittadini stranieri bisognosi delle cure che “Gli Angeli di Padre Pio” sono in grado di erogare a pazienti affetti dalle più svariate patologie d’interesse riabilitativo.

Il Ministro del Turismo Argentino, Gustavo Santos, a nome di tutta la delegazione, a conclusione della visita, ha speso parole di elogio e ammirazione a tutti i presenti, per l’organizzazione, l’umanità, la scientificità e l’opportunità che la Fondazione offre quotidianamente a chi soffre e dichiarato che sarà sua premura informare il suo collega Ministro alla Sanità”, appena in Patria, per invitarlo a visitare una struttura da cui prendere esempio e, perché no, costruire un percorso di collaborazione per offrire anche ai cittadini argentini le stesse possibilità dei cittadini italiani e di altri stati che arricchiscono la professionalità degli operatori con tecnologie di altissimo livello in grado di offrire una speranza in più a chi ne ha bisogno.

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