Mi chiam
o Nadia Berteramo, ho 55 anni e nel 2003 sono rimasta vittima di un incidente stradale che mi ha provocato un trauma midollare incompleto con conseguente paralisi degli arti inferiori.
Dopo essere stata ricoverata in diverse strutture ospedaliere importanti anche all’estero per cominciare la riabilitazione intensiva, nel 2012 ho fatto richiesta ai Centri Padre Pio per seguire un ciclo di riabilitazione domiciliare.
Da quel momento la mia vita ha avuto una piccola svolta poiché il terapista che mi seguiva e che tutt’oggi continua a seguirmi, mi ha fatto scoprire che potevo mettermi in piedi pur non potendo abbandonare del tutto la carrozzina; ne avevo la possibilità e la volontà non mi mancava.
Abbiamo lavorato tanto grazie alla sua spinta motivazionale.
Mi ha proposto diversi esercizi di rinforzo e insieme abbiamo costruito un percorso riabilitativo su misura che oggi mi permette di alzarmi dalla carrozzina in diversi momenti della giornata. Con l’ausilio di due stampelle riesco a realizzare varie semplici attività nella vita quotidiana che prima erano impensabili per me. Stando in piedi per qualche minuto adesso ho una perfetta autonomia nella cura della mia persona, posso cucinare, lavare i piatti, camminare a piccoli passi per brevi tratti, guidare la mia automobile adattata e perfino salire e scendere alcuni gradini.
Ma tra tutti i traguardi che ho già raggiunto, il più importante ed insperato è stato quello di aver accompagnato mio figlio all’altare nel giorno del suo matrimonio, una gioiosa e sospirata ricompensa per la costanza e il forte desiderio di autosufficienza che insieme al fisioterapista ho sviluppato in circa 12 anni di riabilitazione domiciliare.
Grazie alla Fondazione Centri di Riabilitazione Padre Pio Onlus!
Grazie ai suoi professionisti che mi sono stati accanto nei momenti più difficili e che hanno condiviso con me gioie e dolori di questa nuova vita.



un po’ difficoltosi dovendo digerire l’inizio di questa parentesi di vita, ma grazie alla positività di tutto il personale del centro, ora come ora mi sento di essere frutto di un miracolo. In particolare tutta la sala robotica, i fisioterapisti Matteo e Lucia, la terapista respiratoria Costanza, i terapisti occupazionaliMichele Pompilio e le colleghe, la psicologa dott.ssa Mischitelli, un grazie per lo svago musicale in musicoterapia e a tutte le terapiste del sorriso, ringraziamenti d’obbligo anche ai vari OSS ed infermieri del padiglione giallo di cui facevo parte, soprattutto ai dottori quali dott. Chiaramonte, dott.ssa Caroleo, ma un grazie di cuore va alla dott.ssa Gatta per lasua grande disponibilità, pazienza ed attenzione lungo tutto il mio percorso. Un ringraziamento finale va anche alle suore che mi hanno sostenuto nella preghiera e nella fede durante tutto il mio percorso. Senza ognuno di tutti i nominati non sarei riuscito a raggiungere i risultati ottenuti. Con affetto ed un abbraccio immenso vi saluto, sperando di rivederci presto al meglio” conclude Antonio.
e impotenti: così ci siamo sentiti tutti noi” scrive Rosaria. “Maria ha 46 anni, non deambula ma ha una intelligenza fuori dalla norma. Negli ultimi anni i suoi muscoli contratti e le posture sbagliate date dalle patologie di cui è affetta, le hanno provocato dolori lancinanti. Sono stati anni difficili, complicati ma non ci siamo mai arresi, mai! Abbiamo pensato che un percorso riabilitativo potesse migliorare il suo stato, pieni di speranza ma consapevoli che sarebbe stato difficile ottenere grandi risultati.”
e, inizialmente scettica, priva di speranza e rassegnata. Ha ridato vitalità e forza ai miei genitori e soprattutto ha fatto provare a Maria l’emozione di stare in piedi, di abbandonare, anche se per pochi secondi, la sua sedia a rotelle e gioire. Non smetterò mai di provare gratitudine nei suoi confronti. Ho pianto e piango ancora nel vedere le foto che abbiamo scattato e che traducono la forza della vita”.